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Il TEMPO ! ( dedicato a me e non solo)

Passo delle giornate piene di lavoro, lavoro e lavoro. Per un motivo o per un altro sono sempre impegnata a fare mille cose, produrre e quant'altro. Tutti, o quasi tutti, ("beato" chi non ha niente da fare ) siamo impegnati con le faccende quotidiane, ma...

Mai il tempo per riposare, quello mai.

Mai il TEMPO per leggere.

Mai il TEMPO per dipingere.

Mai il TEMPO per riflettere.

Mai il TEMPO per sedersi sul divano spensierati a pensare al nulla, difficile che succeda .

Sono una mamma, una donna di casa, una moglie e non posso stare ferma fino a quando, non arriva quel momento in cui, dentro di me, comincio a sentire la vocina che pian pianino si vuole fare spazio e comincia a scansare un po’ l'idea che bisogna pulire casa, fare i letti, cucinare ect ect... quella vocina dell’inconscio, quella TE che prende forza e vuole urlare con la bocca spalancata ( tipo L'urlo di Munch ), la vocina che mi suggerisce di fermami, di aspettare un po’, di stare tranquilla, perché non succederà nulla se mi prendo un'oretta per me, nella quiete di casa.

La ascolto, ebbene sì, questa volta sì, le do retta perché, credo fermamente che, quella vocina ha ragione, lei mi suggerisce di donarmi un po’ di tempo.

Il divano di pelle color Terra di Siena mi invita ad andare a sedermi, mi vuole "abbracciare e cullare" un po’. "Lui" sa meglio di chiunque altro, quanto io ne abbia bisogno in alcuni momenti.

"Lui" mi vede sempre camminare avanti e indietro, su e giù per casa e chissà se non pensa che la sua utilità in questa casa stia diventando sempre più inutile...

E cosi morbido, gli passo di nuovo davanti, lo guardo e decido di sedermi.

Comincio a respirare e inspirare, sono cosi contenta che finalmente io e lui possiamo comunicare un po’ in silenzio. Mi siedo nel mio posto preferito, di fronte al mio angolo preferito. Di lato la mia piccola biblioteca e di fronte a me un po’ di dipinti, alcuni miei e altri del mio grande amico e professore, Nikolet Vasia ( purtroppo scomparso un po’ di anni fa) .

Il mio angolo preferito tra libri, fiori e dipinti, mi porta indietro nel TEMPO, agli anni di scuola.

Mi tornano in mente tanti ricordi belli e brutti. L'adolescenza, la spensieratezza, i sogni, la grande preoccupazione di un futuro migliore di quello vissuto. Mi torna in mente la scuola, il luogo dove si fanno tanti incontri, fondamentalmente si fanno incontri tra generazioni, incontri tra amici e incontri che lasciano il segno, perché come dici Recalcati, gli incontri non sono tutti buoni, ci sono incontri buoni e quelli meno buoni. E... gli incontri buoni in me lasciano sempre il segno come quello del mio prof. e di altre persone intorno a lui.

Infine, e vero che noi siamo il segno che gli incontri hanno lasciato il segno nel nostro camino. Mille emozioni mi avvolgono, mi tornano in mente ore e ore passate seduti intorno ad un tavolo davanti ad una tazzulella di caffè a parlare di libri, musica, cultura e sopratutto di vita, quella vita che, un po’ di anni dopo, intorno agli anni 90-91, con tanta violenza e arroganza, disperazione e angoscia, avrebbe separato una mamma e un padre dai propri figli, una moglie da un marito e dei ragazzi che si amano ma che non possono stare insieme e decidono di andare via, oltre l’Adriatico, andare via da quel paese che stava soffocando i nostri sogni.

Anni difficili, è un po’ una guerra fra sentimenti e politica, fra libertà e chiusura, fra impedimenti e tanta voglia di fare, evolvere, quella politica che per quasi 50 anni ci aveva tolto il diritto di essere noi stessi, una politica che ci toglieva il fiato e non ci dava respiro.

Ho un nodo in gola, una lacrima calda comincia a venir giù e mi sveglia dai ricordi, mi riporta di nuovo a casa mia, questa casa che amo tanto nonostante tutta la fatica che mi costa nel TEMPO a lei dedicato. Mi fa tornare a guardare con gli occhi del presente e con la speranza del futuro.

Mi alzo, vado vicino alla biblioteca, accarezzo i libri, decido di prendere "Una notte a Lisbona" di Remark, un libro scelto non a caso. Dopo i pensieri del passato credo che quel libro mi assomigli un po’, assomigli un po’ a tutti gli emigrati. Ho davanti agli occhi la nave piena di profughi un po’ come quella notte a Lisbona, da dove si partiva per l'America. faccio un sospiro, mi accorgo che da tanti anni non leggo nella mia lingua. Lo prendo tra le dita, gli tolgo un po’ di polvere e comincio a sfogliarlo. Ho l'abitudine di sottolineare quando un pensiero mi colpisce. Rileggo e noto di aver sottolineato un pensiero bellissimo che mi ha toccato ancora una volta. Cerco di tradurlo in Italiano: Shvarc :- Passavo giornate intere dentro al Louvre,. Quando stavo di fronte a quei bei paesaggi tranquilli soffocati dal sole, mi chiedevo come poteva essere possibile che una razza, che possa creare delle opere simili, nello stesso tempo possa avere in mente di mettere in atto una guerra cosi criminale - un’illusione che per un ora mi abbassava la pressione del sangue. "

Wow, la forza dell’arte è straordinaria.

Guardo di nuovo i ritratti e mi vengono in mente di nuovo tantissimi ricordi belli.

Guardo il mio ritratto dipinto dal mio prof e mi vengono in mente i suoi insegnamenti, gli insegnamenti di questa grande persona e amico scomparso. Le sue parole, i suoi discorsi sull'intelletto e il TEMPO, gli insegnamenti sul coraggio di osare, trovare noi stessi nella vita e nell'arte.

E’ strano come alcune persone lascino il segno nella nostra vita, ci sono persone che veramente entrano in punta di piedi e non vuoi mai lasciarne svanire il ricordo. Queste persone non muoiono mai e fanno parte del nostro DNA.

Ecco, il TEMPO, è di quello che avevo bisogno, avevo bisogno di quel TEMPO perduto nel fare sempre le stesse cose in automatico. Vivere, amare la mia famiglia, veder crescere i miei ragazzi, realizzare i propri sogni, ospitare e conoscere nuove persone, dipingere, leggere, emozionarmi : queste sono le cose che amo nella vita.

Me lo prendo, me lo dono questo TEMPO, perché e importante che ognuno di noi possa godere del suo valore. Era un grande uomo, una gran bella persona, e mi chiedo come è possibile che ancora oggi lui continui a darmi sempre forza, coraggio e speranza anche in sua assenza. Mi commuovo, un’altra lacrima mi scende sul viso e tanti bei ricordi mi passano per la mente. Ci sono persone che non puoi dimenticare, che non puoi perdere per strada perché sono sempre state persone vere e non amici per convenienza. Loro staranno sempre nel mio cuore, lì semplicemente esistono, sono presenti sempre.

Nostalgia di un TEMPO che non torna più ma che mi ha fortificato e fatto diventare la donna che sono oggi.

Alla soglia dei 50 anni, mi rendo conto e ne sono consapevole che non tutto ciò che abbiamo sognato da giovani è andato come volevamo ma altrettanto ho imparato ad andare avanti con le proprie forze senza mai abbassare la guardia, come mi dice spesso mio marito: - Sono fiero della mia albanese che sente crescere l'erba sotto i piedi.

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